Gli integratori alimentari non hanno effetti collaterali rischiosi, vero?

- Gli integratori alimentari non hanno effetti collaterali rischiosi, vero?

Integratori alimentari“ o „supplementi“ sono dei nomi innocui che suggeriscono semplicemente che si può „integrare“ la propria salute e compensare eventuali carenze. La loro assunzione da parte di molte persone, forse con troppa negligenza, non esclude affatto pericolosi effetti collaterali. Un recente studio su circa 800 compresse e capsule vendute negli Stati Uniti negli ultimi anni, ha dimostrato che, a volte, questi prodotti contengono principi attivi farmaceutici non approvati.

Gli integratori alimentari sono considerati innocui

Negli Stati Uniti più del 50% della popolazione usa integratori alimentari. Anche in Europa, questi prodotti, pubblicizzati come benefici per la salute, stanno diventando sempre più popolari. Gli integratori alimentari includono vitamine, minerali, amminoacidi, enzimi ed estratti vegetali. Questi prodotti non sono destinati al trattamento o alla prevenzione di malattie, ma sono legalmente considerati prodotti alimentari. Essi non sono pertanto sottoposti alle prove di sicurezza e di efficacia necessarie all’immissione sul mercato come per i medicinali. I consumatori, generalmente, considerano innocui gli integratori alimentari e presumono che un’interazione o un effetto collaterale, come nel caso di un farmaco, non sia prevedibile. Tuttavia, un nuovo studio ha dimostrato il contrario.

Gli studi dimostrano che alcuni integratori funzionano come un farmaco

I ricercatori del “California Department of Public Health” hanno colto l’aumento del consumo di integratori alimentari come un’opportunità per esaminare più da vicino ciò che è contenuto in questi prodotti. Essi hanno analizzato gli integratori alimentari contenuti nel database dei prodotti adulterati, registrati tra il 2007 e il 2016. Il database contiene anche documenti della Food and Drug Administration (FDA) statunitense che riassumono le avvertenze sui singoli principi attivi. Sono state analizzate anche notifiche pubbliche, comunicati stampa, aggiornamenti dei consumatori o lettere di avvertimento ai produttori per informare il pubblico.

Integratori alimentari con rischi ed effetti collaterali pericolosi

In totale, i ricercatori hanno analizzato i casi di 776 integratori alimentari adulterati segnalati dalla FDA. La maggior parte dei prodotti adulterati servivano per aumentare la potenza sessuale, ridurre il peso, potenziare i muscoli o regolare i dolori articolari e muscolari. Tutti contenevano medicinali non approvati, la maggior parte dei quali non erano nemmeno menzionati sull’etichetta del prodotto. È stato ritrovato il sildenafil – un vasodilatatore presente anche nel Viagra che potrebbe essere pericoloso per i pazienti con problemi cardiaci. Ancora sono stati trovati il Tadalafil e il Vardenafil che insieme al  Sildenafil fanno parte dei farmaci inibitori della fosfodiesterasi-5 (PDE5) e agiscono sulla disfunzione erettile. Sono anche usati per trattare l’ipertensione polmonare arteriosa. Altri integratori alimentari includevano dapoxetina, un antidepressivo non approvato dalla FDA, o fluoxetina, un antidepressivo vendibile solo su prescrizione medica. Alcuni farmaci usati a fine dimagrante erano stati arricchiti con il farmaco Sibutramina. La sostanza dà effetto di sazietà, ma è stata vietata nell’unione Europea dal 2010 a causa di rischi cardiovascolari, ed è stata ritirata dal mercato statunitense. Le compresse, non solo sono state miscelate con soppressori dell’appetito, ma era stato aggiunto anche un lassativo: la fenolftaleina che si sospetta sia cancerogena. È stata anche trovata  efedrina, uno stimolante che aumenta la pressione sanguigna e dovrebbe migliorare i risultati della dieta dimagrante ma è stata anch’essa vietata dalla FDA per l’uso in integratori alimentari. 

Molte erano anche le sostanze vietate contenute negli integratori per promuovere l’incremento della massa muscolare, come gli steroidi anabolizzanti o sostanze simili agli steroidi e gli inibitori dell’aromatasi. Queste sostanze sono normalmente utilizzate per bloccare i recettori degli estrogeni nel trattamento del cancro al seno nelle donne in postmenopausa e possono provocare gravissimi effetti collaterali se assunti in modo indiscriminato.

Tra gli antidolorifici riscontrati c’erano anche il diclofenac, un farmaco antinfiammatorio non steroideo, o il desametasone, un corticosteroide comunemente usato per trattare le infiammazioni.

Non vi sono indicazioni di principi attivi contenuti

I principi attivi farmaceutici non figuravano sulle etichette e alcuni dei prodotti sono stati segnalati più volte alla FDA. I produttori hanno quindi leggermente modificato la composizione dopo i richiami, ma hanno aggiunto sostanze non ammesse. Sembra che alcuni prodotti continuino a essere sul mercato. Questo è confermato dall’analisi dei ricercatori: solo 360 dei 776 integratori alimentari adulterati sono stati richiamati; la maggior parte sono ancora disponibili, anche al di fuori degli Stati Uniti. Ciò è allarmante, soprattutto perché la FDA testa solo alcuni dei prodotti disponibili sul mercato. I ricercatori chiedono che tutti gli integratori alimentari siano adeguatamente controllati e che i prodotti pericolosi siano ritirati in modo efficace e rapido. Per i consumatori di integratori alimentari, tuttavia, ciò significa che anche i prodotti apparentemente puramente erboristici possono contenere principi attivi pericolosi che, in realtà, sarebbero consentiti solo in un farmaco espressamente approvato. Questi possono causare molti effetti collaterali o interazioni impreviste.

Se noti effetti collaterali dopo l’assunzione di integratori alimentari, comunicalo qui.

Medicazione durante la gravidanza – effetti anche sul feto

- Medicazione durante la gravidanza – effetti anche sul feto

È lungo l’elenco dei medicinali che non dovrebbero essere presi in gravidanza per il loro potenziale effetto nocivo sul nascituro. Tuttavia i medicinali, compresi i prodotti da banco, per i quali non sono disponibili prove scientifiche certe del danno fetale che possono provocare, è ancora più lungo. I farmaci in gravidanza sono sostanzialmente come una „spada di Damocle“ per il bambino.

Attenzione, anche con prodotti innocui

In linea di massima sarebbe meglio non assumere farmaci durante la gravidanza. Il flusso sanguigno della madre e del bambino è strettamente collegato tramite il cordone ombelicale e tutto ciò che la donna in gravidanza assume, finisce anche nella circolazione feto. In molte pubblicazioni mediche del settore vengono citati studi che rivelano nella circolazione del feto la presenza fino all’80% del farmaco assunto dalla madre. Gli studi scientifici su donne incinte sono consentiti solo in misura estremamente limitata per motivi etici ed é per questo che gli effetti dei farmaci nella circolazione fetale sono ampiamente sconosciuti. In gravidanza bisogna fare attenzione anche con il semplice antidolorifico! Spesso ad esempio in gravidanza si assumono antidolorifici per il mal di schiena a causa dell’aumento di peso, o per il mal di testa causato dagli ormoni.

Effetti collaterali: gli orrori di Contergan e Duogynon

Lo scandalo della talidomide ha fornito un terribile esempio di danni ai feti causati da effetti collaterali all’epoca sconosciuti. Alla fine degli anni ’50 in Germania e non solo, sono nati da 5.000 a 10.000 bambini con gravi malformazioni degli arti. Le loro madri avevano assunto il Contergan (talidomide) durante la prima fase della gravidanza – come sedativo per la nausea mattutina. Il principio attivo talidomide oggi viene prescritto solo per combattere i tumori gravi e maligni, e mai durante la gravidanza. Anche il Duogynon, prescritto nei primi anni ’70 per curare i disturbi del ciclo e come test di gravidanza, ha fatto scalpore. Il preparato, a base di ormoni femminili progestinici ed estrogeni, è responsabile nel feto di danni al sistema nervoso centrale e – in interazione – di difetti cardiaci e malformazioni della vescica.

Maggiore sensibilità agli effetti collaterali

Non esistono studi affidabili sul consumo di farmaci nelle donne in gravidanza. Il professor Christof Schäfer, pediatra e direttore medico del Centro di Farmacovigilanza e Counselling per la Tossicologia Embrionale dell’ospedale Charité di Berlino, dice tuttavia, che esiste una maggiore „consapevolezza“ da parte delle donne in gravidanza, soprattutto nel gestire i farmaci „quotidiani“ e i loro effetti collaterali. In particolare nell’attenzione all’assunzione di antidolorifici ed eventuali interazioni con altri farmaci, ma anche di effetti collaterali come quelli provocati dagli spray nasali e dai farmaci per il trattamento della tosse.

Antidolorifici durante la gravidanza - solo quando realmente necessario

L’acido acetilsalicilico (aspirina) non ha generalmente effetti collaterali rischiosi sul feto durante le prime dodici settimane di gravidanza. Successivamente, tuttavia, riduce la contrattilità dell’utero e può ridurre le contrazioni in interazione con altri farmaci. C’è anche il rischio di una maggiore perdita di sangue durante il parto perché l’aspirina inibisce la coagulazione. Inoltre anche 500 milligrammi di aspirina possono aumentare il rischio di emorragia cerebrale nei bambini prematuri. Il paracetamolo è generalmente considerato un preparato a basso rischio durante la gravidanza. Tuttavia, studi norvegesi e danesi suggeriscono come effetto collaterale del paracetamolo una successiva iperattività del bambino e un comportamento sociale disturbato. L’ibuprofene non deve essere assunto in nessun caso nell’ultimo terzo della gravidanza: si sospetta che possa provocare difetti cardiaci congeniti.

Farmaci per il raffreddore - l'aria fresca è meglio

In generale, tutti i farmaci assunti durante la 6°-12° settimana di gravidanza possono avere effetti collaterali particolarmente importanti, perché in questo periodo si formano gli organi del bambino. Queste sostanze entrano nella placenta attraverso il flusso sanguigno e vengono così assorbite dall’embrione è per questo che bisognerebbe consultare sempre il medico prima di assumere qualsiasi farmaco. I farmaci per la tosse contengono spesso diversi principi attivi ed i loro effetti collaterali possono provocare effetti dannosi sul feto. La codeina, come effetto collaterale, può provocare depressione respiratoria e disidratazione. Ad esempio lo spray nasale con Oximetazolina per breve tempo dovrebbe essere innocuo durante la gravidanza. Tuttavia, se usato per un periodo di tempo più lungo, l’effetto decongestionante può interferire con i vasi sanguigni dell’utero e ridurre il flusso sanguigno alla placenta. Il bambino riceve meno ossigeno e il suo battito cardiaco rallenta.

Antibiotici, a volte necessari

É possibile che il medico prescriva antibiotici durante la gravidanza per trattare gravi infezioni batteriche. Il mancato trattamento di un’infezione può essere più pericoloso per la madre e il bambino rispetto agli eventuali effetti collaterali. Esistono antibiotici per cui non si conoscono effetti tossici, ad esempio per l’ampicillina. Le tetracicline invece devono assolutamente essere evitate in gravidanza, infatti possono causare una colorazione giallastra dei denti del bambino. Gli aminoglicosidi come la gentamicina, come effetto collaterale, potrebbero causare sordità.

Malattia cronica, cosa fare?

l’ipertensione o il diabete, occorre considerare attentamente se la terapia può essere mantenuta o continuata con un farmaco sostitutivo e quali conseguenze abbia una possibile interruzione della terapia. Durante la gravidanza, il cortisone viene filtrato dalla barriera placentare fino a una certa dose. Invece dosi elevate oltrepassano la barriera placentare e vengono a contatto con il feto e questo aumenta il rischio di disturbi della crescita nel bambino e possono provocare a il diabete gestazionale. Gli ACE inibitori, invece, non devono essere assunti durante la gravidanza perché possono causare danni al cervello e ai reni del feto. Anche il distacco precoce della placenta e le nascite premature sono stati considerati un’interazione tra farmaci. La maggior parte dei farmaci contro il diabete non sono stati sufficientemente studiati per quanto riguarda i loro effetti collaterali in gravidanza. Il modo più sicuro per trattare il diabete in gravidanza sembra essere quello di passare all’insulina umana.

Aiuta le altre donne in gravidanza e segnala i tuoi effetti collaterali

La migliore medicina per il feto é la non medicina. Tuttavia, questo non sempre funziona nei lunghi nove mesi di gravidanza. Se avete sperimentato effetti collaterali dei farmaci durante la gravidanza, segnalateli qui – e aiutate altre donne in gravidanza.

Parliamo di carico anticolinergico: gli effetti collaterali dei farmaci anticolinergici

- Parliamo di carico anticolinergico: gli effetti collaterali dei farmaci anticolinergici

“Non voglio più prenderla, è sempre peggio, non riesco più a ingoiare“. Attenzione, quella che suona come un’accusa di un paziente confuso potrebbe essere l’effetto collaterale di un farmaco! Alcuni effetti collaterali dei farmaci anticolinergici possono manifestarsi come disturbi relativamente innocui come secchezza della bocca o stitichezza, ma in alcuni casi possono anche comparire sotto forma di  aritmie cardiache o come peggioramento di una demenza o delirio. Leggete che cos’è il carico anticolinergico e quali farmaci sono noti per causare effetti anticolinergici a breve o a lungo termine.

Che cos’è un effetto anticolinergico?

Il termine anticolinergico è usato dai medici per descrivere tutte quelle sostanze che bloccano l’azione del neurotrasmettitore acetilcolina nel sistema nervoso. Questo neurotrasmettitore è importante per molti processi fisiologici, non solo nel cervello, ma anche nel tratto gastrointestinale, nelle vie respiratorie, nelle vie urinarie e negli occhi. Questi processi possono essere influenzati da molte sostanze, come quelle contenute nei farmaci per il trattamento della malattia di Parkinson o per l’asma, dove l’effetto anticolinergico è terapeuticamente auspicabile. Poi ci sono sonniferi, sedativi, antidepressivi, antidolorifici che hanno effetti anticolinergici non auspicabili che sono da considerare, a tutti gli effetti, reazioni collaterali.

Che cos’è un carico anticolinergico?

È noto che, se una persona assume due o più farmaci con effetti anticolinergici, questi effetti si sommano e ciò viene definito „carico anticolinergico“ e può avere conseguenze a breve o a lungo termine. Questo avviene soprattutto nei pazienti più anziani: infatti, succede spesso che i familiari osservino un deterioramento delle condizioni generali o che disturbi esistenti si intensifichino o se ne aggiungano di nuovi. Per questo motivo, gli esperti reputano dannosi gli effetti anticolinergici indipendentemente dal fatto che siano desiderati o meno, siano essi disturbi visivi, confusione, problemi digestivi e urinari. Inoltre, secondo le ultime scoperte, l’assunzione di farmaci anticolinergici è strettamente correlata all’insorgenza di sindrome di Alzheimer.

Sintesi dei tipici effetti anticolinergici

Cervello/sistema nervoso

  • Effetti da lievi a moderati: debolezza, dimenticanza, difficoltà di concentrazione.
  • Effetti pesanti: grave irrequietezza, disorientamento, delirium.

Bocca

  • Effetti da lievi a moderati: secchezza della bocca.
  • Effetti pesanti: problemi nel parlare, diminuzione dell’appetito.

Occhi

  • Effetti da lievi a moderati: occhi secchi, dilatazione della pupilla, sensibilità alla luce.
  • Effetti pesanti: Deterioramento visivo, induzione di glaucoma.

Cuore

  • Effetti da lievi a moderati: aumento della frequenza cardiaca.
  • Effetti pesanti: aritmie cardiache.

Tratto gastrointestinale

  • Effetti da lievi a moderati: costipazione, ridotta attività intestinale.
  • Effetti pesanti: malassorbimento di altri medicinali.

Vescica

  • Effetti da lievi a moderati: problemi vescicali.
  • Effetti pesanti: ritenzione urinaria, infezioni del tratto urinario.

Cute

  • Effetti da lievi a moderati: ridotta sudorazione.
  • Effetti pesanti: squilibrio nella regolazione della temperatura.

I medici lanciano l’allarme

Oggi l’aspettativa di vita aumenta e con essa, anche i disturbi legati all’età. In questo contesto, quindi, l’argomento del carico anticolinergico assume un’importanza crescente. Gli scienziati sono sempre più consapevoli dei danni a breve e a lungo termine causati dai farmaci anticolinergici. Inoltre, è stato documentato che l’assunzione di anticolinergici potrebbe avere un nesso causale con il morbo di Alzheimer. Sempre più medici e farmacisti riconoscono gli effetti collaterali degli anticolinergici che il più delle volte sono facilmente riconoscibili. A volte sono invece effetti aspecifici e difficili da riconoscere, ad esempio, se c’è un generico deterioramento della vista o difficoltà di deglutizione o stitichezza cronica. In ogni caso molti medici e farmacisti cercano di trovare alternative e mettono in guardia contro l’automedicazione incontrollata.

Cosa posso fare per abbassare il mio carico anticolinergico?

È importante che i pazienti che fanno uso di farmaci psichiatrici, le persone che assumono più farmaci e gli anziani, affrontino consapevolmente il problema del carico anticolinergico. In particolare, se si assumono antidolorifici, psicofarmaci e antistaminici prescritti da un medico. Se si nota uno o più degli effetti collaterali di cui sopra, su se stessi o su un parente, si dovrebbe immediatamente consultare il medico. Spesso esistono alternative efficaci. Consigliamo, inoltre, di consultare un medico o un farmacista prima di acquistare medicinali da banco come la Xamamina e di evitare di assumere sonniferi o sedativi senza che siano stati prescritti da un medico professionista.

Sospetti effetti collaterali? Per favore, segnalali!

Alcuni anticolinergici causano effetti collaterali subito dopo l’assunzione, altri possono richiedere del tempo. In caso di sintomi o strane sensazioni, si prega di informare immediatamente il medico. È importante condividere la tua esperienza con altri pazienti e informare il pubblico, ti preghiamo quindi di descrivere i sintomi anche sul nostro portale medikura.com. La tua segnalazione rimarrà anonima. Con la tua segnalazione, dai un importante contributo alla sicurezza dei farmaci e contribuisci a migliorare le informazioni sull’uso responsabile dei farmaci.

Antidepressivi e i loro effetti collaterali. Benedizione o maledizione?

- Antidepressivi e i loro effetti collaterali. Benedizione o maledizione?

Gli antidepressivi e altri farmaci antipsicotici sono essenziali per alleviare i sintomi nel trattamento della depressione. Aiutano i pazienti a tornare alla normalità e allo stesso tempo ad alleviare l’ansia, l’inquietudine interiore, i disturbi del sonno e i pensieri suicidi.

Cosa sono la depressione e altre patologie simili e perché si verificano?

La depressione e altre patologie simili sono causate dall’interazione di diversi fattori. Oltre ad una predisposizione associata ad un aumento del rischio, esistono anche fattori scatenanti. Infatti sia i processi neurobiologici che gli aspetti psicosociali della vita di una persona si completano a vicenda, come due facce d’una stessa medaglia. Al giorno d’oggi la depressione può essere trattata con psicofarmaci come gli antidepressivi. Indipendentemente dai fattori che hanno scatenato la depressione, nel corpo succedono molte cose: le sostanze messaggere come serotonina e noradrenalina, responsabili della comunicazione tra le cellule nervose, perdono il loro naturale equilibrio e non sono più in grado di trasmettere correttamente gli impulsi nervosi. Ciò puó avere importanti conseguenze sui pensieri e sulle emozioni delle persone colpite. La depressione e simili sono spesso innescate da eventi traumatici della vita, ma anche lo stress di lunga durata può fungere da innesco.

Quante persone ne sono colpite?

La depressione colpisce più persone di quanto si pensi: è una delle malattie più comuni eppure una delle più sottovalutate. Nella sola Germania, circa 5,3 milioni di persone si ammalano di depressione ogni anno. Statisticamente un tedesco su cinque ha sofferto di depressione almeno una volta nella vita. Le donne sono colpite il doppio rispetto agli uomini. In Italia il numero di persone che soffrono di depressione è di circa 3 milioni, di cui 2 milioni sono donne, un dato allarmante se si pensa che negli ultimi 10 anni è aumentato del 20%.

Quali farmaci vengono somministrati di solito?

Oltre al trattamento psicoterapeutico, di solito vengono somministrati anche antidepressivi. In linea di massima, questo vale per la depressione da moderata a grave. Gli antidepressivi prescritti più comunemente sono:

Antidepressivi triciclici o tetraciclici:

Questi includono

  • Amitriptilina
  • Clomipramina
  • Doxepina
  • Imipramina
  • Maprotilina
  • Mianserina
  • Mirtazapina – sono stati rilevati effetti collaterali da alcuni pazienti
  • Opipramolo – sono stati rilevati effetti collaterali da alcuni pazienti
  • Trimipramina

Questi antidepressivi aumentano i livelli di serotonina e noradrenalina, con effetti positivi sull’umore dei pazienti. Tuttavia, devono essere assunti per un periodo di tre-sei settimane prima di poter funzionare. Solo allora il medico potrà capire se ha prescritto gli psicofarmaci adatti e nel giusto dosaggio. Gli effetti collaterali degli antidepressivi tri- o tetraciclici saranno inferiori se la dose viene intensificata a piccoli step nelle fasi iniziali.

Inibitori selettivi del reuptake della serotonina:

Sono commercializzati con i seguenti nomi commerciali

  • Citalopram – sono stati rilevati effetti collaterali da alcuni pazienti
  • Duloxetina – sono stati rilevati effetti collaterali da alcuni pazienti
  • Escitalopram
  • Fluoxetina
  • Fluvoxamina
  • Milnacipran
  • Paroxetina – sono stati rilevati effetti collaterali da alcuni pazienti
  • Setralina – sono stati rilevati effetti collaterali da alcuni pazienti
  • Venlafaxina – sono stati rilevati effetti collaterali da alcuni pazienti

Gli SSRI, abbreviazione degli inibitori selettivi del reuptake della serotonina, bloccano le proteine responsabili del trasporto della serotonina. Ciò aumenta la concentrazione di serotonina e ne contrasta la carenza. Se viene prescritto un SSRI, la serotonina rimane più a lungo nel cervello e si degrada molto più lentamente. Questo rallegra l’umore e limita gli stati d’ansia legati alla paura. Gli SSRI, vengono prescritti dagli psichiatri e sono descritti come farmaci relativamente sicuri e con pochi effetti collaterali.

Quali sono gli effetti collaterali?

Come con altri farmaci antipsicotici, quando si assumono antidepressivi potrebbero verificarsi effetti collaterali. Possono essere notati soprattutto nel periodo iniziale di un trattamento, cioè quando l’effetto di miglioramento dell’umore non si è ancora verificato. Se peró si continua la terapia, gli effetti collaterali spesso scompaiono.

Con gli antidepressivi triciclici, all’inizio del trattamento, possono verificarsi effetti collaterali come secchezza delle fauci, aritmia cardiaca e disturbi alla vescica. In caso di trattamento prolungato con antidepressivi triciclici, potrebbero verificarsi, oltre ai disturbi visivi, anche costipazione, tremori o deliri. L’uso di questi medicinali dipende molto dal grado e tipo di depressione. Alcuni farmaci potrebbero aumentare ulteriormente la già esistente propensione al suicidio e sono quindi controindicati.

Anche gli SSRI, spesso usati per la depressione, possono provocare effetti collaterali. Questi possono essere, all’inizio della terapia, nausea, cefalea, disturbi del sonno e disfunzione sessuale. L’effetto collaterale provocato dall’assunzione di antidepressivi e di altri antipsicotici dipende dal farmaco specifico prescritto. Pertanto, un medico esperto valuta i sintomi esistenti e sceglie il farmaco più adatto al paziente.

La possibilità che si verifichi un effetto indesiderato con l’assunzione di psicofarmaci e antidepressivi dipende da molti fattori. Se è vero che alcune persone possono lamentare effetti indesiderati, é anche vero che altre invece li tollerano meglio e non hanno nessun effetto collaterale. Nel caso dell’Opipramolo, un medicinale prescritto per migliorare l’umore, un effetto collaterale comune è la stanchezza. Anche secchezza delle fauci, sonnolenza e vertigini sono tra gli effetti indesiderati più comuni. Reazioni allergiche o confusione sono effetti indesiderati considerati più rari. Ancora più raramente si possono verificare alterazioni dei parametri emocromocitometrici. 

Segnala ora l’effetto collaterale

Quando un medico prescrive psicofarmaci non è raro riscontrare intolleranze ed effetti collaterali. Se un farmaco è meglio tollerato di un altro e se può provocare effetti indesiderati può essere determinato solo da un’ampia base di informazioni. Attenzione: ogni fisico può reagire ai farmaci in modo diverso.

Anche tu puoi dare un importante contributo alla sicurezza dei farmaci! Per garantire che anche i sintomi da sospensione siano inclusi nell’elenco delle reazioni avverse, le vostre segnalazioni sono della massima importanza.

Segnala i tuoi effetti collaterali

Se si osservano effetti collaterali durante o dopo l’uso di antidepressivi è necessario segnalarli immediatamente, perché spesso bastano poche segnalazioni per informare il pubblico su incidenti gravi e per aggiornare i foglietti illustrativi, come dimostrano efficacemente le note informative importanti dell’AIFA. Con questo servizio di reporting è possibile segnalare in modo semplice e veloce gli effetti collaterali in maniera anonima. Nella segnalazione inoltre si potrà informare il proprio medico o il  proprio farmacista. Con ogni segnalazione contribuisci attivamente a migliorare la sicurezza dei medicinali creando una migliore base informativa per la futura prescrizione di medicinali.

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La tiroide – l’“orologio” del corpo umano

- La tiroide – l’“orologio” del corpo umano

Le malattie della tiroide sono tra le più comuni. In Germania, tra i 10 farmaci più venduti ci sono proprio quelli per trattare le disfunzioni tiroidee. Anche in Italia circa il 10% della popolazione soffre di problemi tiroidei. In generale, si ritiene che i farmaci sostitutivi degli ormoni tiroidei abbiano pochi effetti collaterali, ma non vanno sottovalutate le interazioni con altri farmaci. Per sapere cosa fare durante l’assunzione di questi farmaci, leggi il seguente articolo.

La tiroide e le sue malattie

La tiroide è  un organo a forma di farfalla nella regione del collo  e, nonostante le dimensioni ridotte, è l’importante „orologio“ del corpo umano. Negli adulti pesa tra i 20 e i 30 grammi e svolge importanti funzioni di regolazione della circolazione e del metabolismo energetico. Ciò avviene attraverso la secrezione di ormoni tiroidei – tra cui tetraiodotironina/tiroxina (T4, forma di rilascio principale) e triiodotironina (T3, forma attiva). Un altro importante ormone coinvolto nell’attività  tiroidea è il TSH, che viene prodotto dall’ipofisi e stimola la tiroide a secernere T4 e, in piccole quantità, anche T3. Sono da considerarsi sani i seguenti valori tiroidei: 

Si prega di notare che questi valori sono solo indicativi e possono variare notevolmente a seconda del sesso, dell’età, del peso e delle condizioni di vita.

  • T3: 2,5 – 4,4 ng/l
  • T4: 0,99 – 1,62 ng/dl
  • TSH 0,4 – 4,2 mU/l

I valori T3, T4 e TSH sono determinati mediante prelievo di sangue („valori tiroidei“ presso il medico).

I disturbi legati alla tiroide sono tra i più comuni. In Germania, una persona su tre è affetta da tali disturbi ma sono considerati ben curabili . Malattie della tiroide come il gozzo (struma), una patologia da carenza di iodio comune nel XIX e XX secolo specialmente nelle regioni di montagna, sono scomparse grazie all’aggiunta di iodio nel normale sale da cucina. 

I problemi della tiroide si possono manifestare nei seguenti quadri clinici: ipertiroidismo, ipotiroidismo e varie alterazioni tissutali benigne/maligne. L’ipotiroidismo é un’insufficienza di ormoni tiroidei, l’ipertiroidismo al contrario si manifesta con un loro eccesso. Il gozzo, inteso come rigonfiamento alla base del collo, può apparire sia in casi di iper- che di ipotiroidismo.

Tipi di disfunzione tiroidea e trattamenti

Per i pazienti sono disponibili le seguenti opzioni terapeutiche: integrazione con ormoni tiroidei (L-tiroxina, raramente liotironina) o l’uso di farmaci per inibire la produzione di ormoni tiroidei (farmaci contenenti carbimazolo o tiamazolo). Anche un adeguato apporto di iodio svolge un ruolo importante nel mantenimento di una tiroide sana. A tal fine, a partire dagli anni ’20, al sale da cucina è stato aggiunto un additivo iodato per eliminare il gozzo che era ancora comune in molte regioni dell’epoca, specialmente quelle dove la dieta era povera di pesce). Oggi si può presumere che una dieta equilibrata fornisca un adeguato apporto di iodio. Gli alimenti ricchi di iodio includono il merluzzo, le sardine, i broccoli e le arachidi. Le donne in gravidanza dovrebbero prestare maggiore attenzione ad un sufficiente apporto di iodio, altrimenti potrebbero verificarsi danni al feto, come l’ipotiroidismo congenito con sintomi quali disabilità mentale e sordità neonatale (il cosiddetto cretinismo).

L-tiroxina, corretta assunzione

L’assunzione corretta del farmaco è decisiva nella terapia delle malattie della tiroide. Per lungo tempo l’assunzione di L-tiroxina doveva avvenire sempre al mattino e con  un intervallo di tempo tra una dose e l’altra. Negli anni, questo concetto è cambiato, perché gli esperti ritengono che l’apporto costante di ormoni tiroidei è decisivo, nonostante esistano importanti interazioni del principio attivo con alcuni alimenti (ad es. con prodotti lattiero-caseari, caffè, minerali). In generale, nel caso di nuova e diversa prescrizione, si raccomanda un orario di assunzione che consenta una sufficiente distanza dai pasti e che possa essere ben integrato nella routine quotidiana del paziente. Tuttavia, se il paziente assume i suoi farmaci da anni, sempre alla stessa ora, ad es. la sera prima di mangiare, ed è ben regolato, l’assunzione non deve necessariamente cambiare. Vogliamo ricordare a chi fa uso della L-tiroxina che dal 2014 esistono alcuni i preparati tiroidei generici. Ciò significa che quando viene prescritto un farmaco per problemi della tiroide, la farmacia potrebbe offrirvi un prodotto diverso, un farmaco cosiddetto generico contenente lo stesso principio attivo ed una formulazione simile. Tuttavia é stato dimostrato che esistono differenze nel rilascio e nella biodisponibilità delle sostanze attive tra i medicinali dei diversi produttori. Pertanto abbiate sempre la pretesa che vi venga consegnata la L-tiroxina sempre della stessa marca.

Principio attivo ed effetti collaterali della L-tiroxina

Come abbiamo detto, il farmaco più importante e più prescritto per le disfunzioni legate alla tiroide è sicuramente la L-tiroxina. Corrisponde all’ormone T4 e viene usato per trattare l’ipotiroidismo. In linea di principio, una terapia con L-tiroxina è molto sicura e ha relativamente pochi effetti collaterali, ma ci sono alcune interazioni con altri farmaci da tenere sotto controllo. Parliamo ad esempio di interazioni con preparazioni a base di calcio e ferro e con i farmaci contro la pirosi (antiacidi). Inoltre, i farmaci cortisone, beta-bloccanti, contraccettivi ormonali („pillola“), o altri preparati ormonali possono ridurre l’effetto della L-tiroxina. Consigliamo pertanto di consultare il proprio medico o farmacista quando si assume uno o piú dei preparati elencati.

Cosa fare in caso di effetti collaterali

Se hai notato cambiamenti fisici o psicologici durante l’assunzione di farmaci tiroidei, è necessario segnalarlo immediatamente. Quando fornisci informazioni su questa esperienza, contribuisci ad evitare che altri pazienti soffrano di questi effetti collaterali e dai un importante contributo ai fini dell’aggiornamento dei foglietti illustrativi, come dimostrano le note informative importanti comeo questa sui farmaci tireostatici. Spesso bastano poche segnalazioni per informare il pubblico di gravi pericoli e per aggiornare i foglietti illustrativi. Ti preghiamo quindi di descrivere i sintomi anche sul nostro portale medikura.com. La tua segnalazione rimarrà anonima. Con la tua segnalazione, dai un importante contributo alla sicurezza dei farmaci e contribuisci a migliorare le informazioni sull’uso responsabile dei farmaci.

Antibiotici per la cistite e i loro effetti collaterali

- Antibiotici per la cistite e i loro effetti collaterali

L’infiammazione della vescica, nota anche come cistite, è una malattia che si verifica frequentemente ed è solitamente trattata con antibiotici. Le donne sono generalmente colpite più frequentemente rispetto agli uomini: sono molte le raccomandazioni per quanto riguarda le cause e la cura di questa insidiosa patologia. In questo articolo ti informiamo sulle sue cause e sul suo possibile trattamento, riportiamo le attuali raccomandazioni per la terapia con antibiotici e diamo uno sguardo alle possibilità di trattamento senza antibiotico.

Cos'è la cistite e come si sviluppa?

La vescica è un organo cavo presente nel pavimento pelvico sia delle donne che degli uomini e, come qualsiasi altro organo del corpo, è soggetto a infezioni. L’infezione solitamente è causata da batteri e colpisce molto più frequentemente le donne che gli uomini. Le statistiche dicono che il 15% delle donne tra i 15 e i 39 anni ha almeno una cistite all’anno, mentre negli uomini la percentuale è inferiore al 2%. Questo è dovuto all’anatomia femminile, perché l’uretra è più corta nelle donne e rende molto più probabile l’ascesa di microbi nella vescica rispetto agli uomini. Negli uomini, la cistite si verifica principalmente con l’aumentare dell’età, solitamente quando la prostata si infiamma. Altra connessione anatomica deriva dal fatto che l’80% dei casi di cistite sono causati dal batterio Escherichia Coli presente nell’intestino: nelle donne, l’intestino e lo sbocco urinario sono relativamente vicini e quindi l’infezione può verificarsi a causa di:

  • Igiene intima non corretta (pulizia in direzione dall’ano verso i genitali)
  • Igiene intima esagerata (lavaggi frequenti con saponi aggressivi e l’uso di salviette inumidite distruggono il naturale Ph della pelle)
  • Diaframma contraccettivo e uso di creme vaginali.

Molto spesso le persone colpite da cistite non conoscono la relazione tra queste abitudini e la comparsa dell’infezione. In molti casi,  anche stare seduti su superfici fredde è considerato un fattore scatenante, e comunque esistono numerosi altri fattori di rischio in combinazione con le suddette cause. In ogni caso, l’esposizione al freddo o sedersi su superfici fredde è sicuramente un fattore predisponente alle infezioni quindi è opportuno evitare o fare attenzione. 

Le donne anziane sono più soggette alla cistite per i seguenti motivi: 

  • Indebolimento del sistema immunitario: con l’età, le difese immunitarie diminuiscono sensibilmente.
  • Degradazione degli estrogeni: la naturale flora vaginale si indebolisce quando ci sono meno estrogeni.
  • Carenza di liquidi: con l’avanzare dell’età si beve di meno e questo causa un inferiore flusso di urina e questo diminuito “lavaggio” della vescica favorisce il ristagno e la riproduzione di eventuali patogeni presenti.
  • Fare molta pipì non solo aiuta a prevenire, ma è in generale consigliabile quando si è soggetti a cistite: bere molta acqua ne promuove il“lavaggio” in maniera spontanea. Inoltre, si raccomanda alle donne di svuotare prontamente la vescica dopo un rapporto sessuale per eliminare eventuali agenti patogeni venuti in contatto con le mucose genitali.

Quali antibiotici devono essere assunti in caso di cistite?

In condizioni normali, in caso di infezione della vescica, il farmaco da scegliere è un antibiotico. Quando è presente una cistite, i medici non possono determinare immediatamente con esattezza quale sia l’agente patogeno, e prescrivono un cosiddetto antibiotico ad ampio spettro, che agisce contro diversi ceppi batterici che possono aver causato l’infezione.

Le attuali linee guida per la terapia della società medica scientifica della società tedesca di urologia raccomandano le seguenti terapie con principi attivi:

Infezioni delle vie urinarie non complicate in donne non gravide

I principi attivi:

  • Fosfomicina
  • Nitrofurantoina
  • Nitroxolina
  • Pivmecillina
  • Trimetropin

Antibiotico per le infezioni urinarie durante la gravidanza
Nelle donne in gravidanza, la linea guida raccomanda derivati della penicillina, cefalosporine o fosfomicina. Le infezioni delle vie urinarie o le infezioni della vescica durante la gravidanza non sono rare. Attenzione, nel marzo 2019 la Commissione tedesca per i medicinali (Arzneimittelkommission der deutschen Ärzteschaft – AkdÄ) ha notificato che l’assunzione di Pivmecillinam durante la gravidanza può portare a falsi positivi per la malattia metabolica IVA (isovalerianacidemia) nei neonati. Al fine di prevenire falsi risultati nello screening neonatale, è necessario consultare il proprio medico prima di assumere Pivmecillinam durante la gravidanza.

Quali sono i tipici effetti collaterali che potrebbero verificarsi con l’assunzione di antibiotici per le infezioni urinarie?

Gli antibiotici di solito aiutano a combattere rapidamente l’infiammazione della vescica. Eppure ogni fisico reagisce in modo diverso ai farmaci. 

Questi sono gli effetti collaterali noti:

Il farmaco Fosfomicina è considerato essere un antibiotico ben tollerato. Come eventuale effetto collaterale viene menzionato un lieve mal di testa con possibili vertigini. 

Pivmecillinam, della classe delle penicilline, ha come possibile effetto collaterale, il rischio di reazioni allergiche. 

Con il principio attivo nitrofurantoina, potrebbero verificarsi i seguenti effetti collaterali: malattie polmonari, polineuropatia e malattie del fegato e della pelle. La nitrofurantoina non deve essere somministrata a pazienti con il difetto ereditario “carenza dell’enzima G6PD”. La carenza di G6PD colpisce frequentemente persone provenienti da zone malariche (Africa, Asia), queste persone non sono in grado di metabolizzare questo antibiotico. 

In considerazione dei vari rischi della terapia antibiotica, c’è chi ritiene che le infezioni vescicali spesso possano essere trattate senza antibiotici. Ciò è possibile in linea di principio, ed effettivamente esistono anche alternative erboristiche al trattamento della cistite, come il tè a base di foglie d’uva ursina o di succo di mirtillo rosso. Come abbiamo giá detto, è vero che aiuta bere abbondantemente (anche fino a tre litri al giorno) acqua o tisane per allontanare gli agenti patogeni dalle vie urinarie. Tuttavia, il medico deve essere sempre consultato in caso di casi gravi o di disturbi prolungati. Nel caso di cistiti croniche, l’immunizzazione mediante vaccinazione per iniezione o per compresse potrebbe essere un’alternativa ragionevole all’assunzione continua di antibiotici. In Svizzera e Germania esistono due vaccinazioni per la cistite cronica anche se i medici hanno finora valutato i tassi di successo della vaccinazione in modo molto diverso. L’immunizzazione può essere effettuata per iniezione o per compresse ed il trattamento completo porterebbe alla formazione di anticorpi nell’organismo contro i germi infettivi. Alcuni ginecologi riferiscono il successo di due terzi dei pazienti. Anche le procedure di immunizzazione non sono esenti da effetti collaterali. Sono state segnalate, ad esempio, le classiche reazioni cutanee nel punto di iniezione, stanchezza e sintomi simil-influenzali nel caso di vaccinazione per iniezione.

Hai avuto qualche effetto collaterale durante l'assunzione di antibiotici o altri farmaci?

Se hai osservato alterazioni fisiche o psicologiche durante l’assunzione di antibiotici o di altri medicinali, è opportuno segnalarle immediatamente. In caso di sintomi o strane sensazioni, si prega di informare immediatamente il medico. È importante condividere la tua esperienza con altri pazienti e informare il pubblico, ti preghiamo quindi di descrivere i sintomi anche sul nostro portale medikura.com. La tua segnalazione rimarrà anonima. Con la tua segnalazione, dai un importante contributo alla sicurezza dei farmaci e contribuisci a migliorare le informazioni sull’uso responsabile dei farmaci.

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Disturbi gastrointestinali: quando i farmaci che dovrebbero aiutare fanno il contrario

- Disturbi gastrointestinali: quando i farmaci che dovrebbero aiutare fanno il contrario

I disturbi gastrointestinali sono estremamente sgradevoli e dolorosi. Nausea, flatulenza, rumori intestinali e diarrea possono rendere difficile la regolare attività lavorativa e la normale routine quotidiana. Ciò che molti trascurano è che il tratto gastrointestinale non è importante solo per l’assorbimento e la digestione dei nostri alimenti, ma svolge anche numerose altre funzioni, ad esempio per il sistema immunitario. Anche quando si dice che una situazione stressante „causa mal di pancia“ é perché effettivamente spesso l’innesco di disturbi gastrointestinali è di natura emotiva. Gli scaffali della farmacia sono pieni di vari rimedi che promettono sollievo da questo tipo di problemi. Qui potete leggere quali malattie gastrointestinali sono particolarmente comuni, quali farmaci possono alleviarle e quali sono gli effetti collaterali e le interazioni piú frequenti provocate da questi farmaci.

Disturbi gastrointestinali: al secondo posto nell'elenco delle "malattie comuni”

Il bruciore gastrico che arriva fino all’esofago è un disturbo comune che affligge molte persone. Più della metà delle vendite di farmaci gastrointestinali sono attribuibili ai cosiddetti „antiacidi“ per il trattamento della pirosi gastrica (omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo). Sono spesso disponibili senza prescrizione medica e sono quindi utilizzati da molte persone senza esitazione, generalmente vengono assunti prima di mangiare. L’uso di antiacidi non è affatto privo di effetti collaterali: tra gli effetti indesiderati vi sono disturbi gastrointestinali, mal di testa e affaticamento. L’uso prolungato di inibitori dell’acidità è associato a numerose malattie. Oltre all’aumento del rischio di demenza, è anche in discussione un aumento del rischio di osteoporosi, presumibilmente causato da alterazioni dell’assorbimento di calcio/ vitamina D nell’intestino. Per questo motivo, gli antiacidi vengono prescritti per una terapia a lungo termine solo in casi eccezionali debitamente giustificati (ad esempio per la protezione gastrica in caso di terapia permanente con aspirina).

Lassativi: attenzione alle interazioni!

La stitichezza è una delle „malattie della civiltà“ ed è trattata con lassativi da un cittadino tedesco su 15. Ma anche gli italiani che soffrono di stitichezza non sono pochi, si parla infatti tra il 15 ed il 20%. Le opzioni terapeutiche sono molto varie, così come le forme di somministrazione dei farmaci: oltre a compresse, soluzioni saline da bere o clisteri, ci sono anche preparazioni di componenti vegetali. I tipi di lassativi sono : rimedi naturali (semi di lino, semi di psillio), rimedi erboristici (aloe, foglie di senna), stimolanti (bisacodile) e lassativi osmotici (solfato di sodio decaidrato o sale di Glauber, sale di Epsom, picosolfato di sodio, lattulosio, macrogol). Gli stimolanti e i lassativi osmotici possono essere problematici nell’uso a lungo termine, in quanto potrebbero provocare notevoli variazioni dell’equilibrio elettrolitico. Esiste il rischio di gravi effetti collaterali, come l’aritmia cardiaca. A causa dello spostamento dell’equilibrio elettrolitico, potrebbero anche verificarsi interazioni con altri farmaci, ad esempio con diuretici (furosemide e altri). È quindi importante che i lassativi siano utilizzati solo dopo aver consultato un medico o un farmacista e che si tenga conto della possibilità di interazioni con altre terapie parallele.

Antibiotici e altri farmaci con effetti collaterali sul tratto gastrointestinale

Chiunque abbia mai preso un antibiotico ha probabilmente anche risentito dei suoi effetti sul tratto digestivo. Gli antibiotici infatti vengono assunti per combattere le infezioni provocate da batteri e finiscono spesso per danneggiare anche i batteri intestinali che generano la normale e sana flora intestinale  provocando la classica “diarrea associata agli antibiotici”. Oltre all’intestino anche lo stomaco è spesso colpito dai principi attivi contenuti in vari farmaci, come quelli per l’ipertensione, antidepressivi, diuretici, forti antidolorifici e farmaci per le malattie nervose (epilessia e morbo di Parkinson).

Farmaci con effetti collaterali sul tratto gastrointestinale

 

Classe del principio attivoPrincipi attiviIndicazionePossibili effetti collaterali
AntibioticoDiversi antibioticiTerapia antibioticaDiarrea associata ad antibiotici
BetabloccanteBisoprololoIpertensioneStitichezza, diarrea, dolore addominale
Antidepressivi tricicliciAmitriptilinaDepressioneStitichezza
DiureticoFurosemide, TorasemideDisidratazioneStitichezza
OppioideCodeina, MorfinaForti analgesiciStitichezza
Farmaci del sistema nervoso centraleAltriEpilessia, ParkinsonStitichezza, bruciore di stomaco, diarrea

Segnala i tuoi effetti collaterali

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